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Giornale STOP

 

 

Articoli

 

La Felicità è Vivere in Funzione del Bene

 


Norberto R. Keppe
Brano tratto dal libro Schiavitù e Libertà

 

 

- Dr. Keppe, ho trovato finalmente una maniera di essere felice, disse il cliente durante la sua
seduta di psicanalisi.

- Qual è questa maniera? domandai.
- Vivere in funzione del bene del prossimo.


Notino i lettori che siamo stati creati per vivere in funzione del bene delle altre persone, uscendo da questa prigione orribile alla quale il nostro egocentrismo ci ha incatenati – cosí come la grande
sofferenza arriva quando si vuole vivere solo per se stessi.

 

- Quando penso di vivere per tutta l’umanità, sembra che la mia intelligenza ed i miei sentimenti si aprano.
- E che cosa pensa che succeda?
- Ho l’impressione che a partire da quel momento, comincio a comprendere tutta l’umanità.
- E a sentirsi bene, aggiunsi.


Vivere in questo mondo per se stessi significa contrariare la vera esistenza, dal momento che riusciremo ad esistere nella società solamente insieme al prossimo – è per questo motivo che le storie di Robinson Crusoe e di altri individui che si perdono nel mezzo di foreste o su isole, mostrano che essi hanno enormi difficoltà per sopravvivere. La vita sociale non viene esattamente da un patto fra i cittadini come voleva John Locke (1632-1704), influenzato dal volontarismo inglese di Duns Scot (1266-1308), poiché la società si trova al di sopra degli uomini.


- Fino a che l’essere umano non proverà che l’uno non è nemico dell’altro, la società non migliorerà.

- O invece, fino a che l’essere umano non percepirà che l’uno è nemico dell’altro,
non ci sarà un miglioramento sociale?

 

Tutta la questione è legata alla coscientizzazione degli errori e, probabilmente, lo sforzo per non percepirli è l’inganno fondamentale che disturba la vita sociale – dobbiamo mostrare che alla base esiste l’amore, il bello e la verità, e tutto quello che non è così costituisce un’aberrazione.


- Ho sempre creduto che il grande peccato fosse il sesso.
- E che cosa pensa ora?
- Penso che la superbia e l’avarizia siano le peggiori.

 

Il credere che il grande peccato ridieda nella sessualità è stata un’idea che è stata in vigore per molto tempo, servendo come una scusa enorme, affinché i signori del potere economico schiavizzassero il popolo e, nonostante questo, fossero ammirati come persone magnanime.


- Ho sempre creduto che la società si sbagliasse e io avessi ragione.
- In questo caso lei, signora, si è messa al di sopra della società, come Lucifero che pensa che il mondo abbia bisogno di lui e non che lui ha bisogno della creazione.


Ogni individuo egocentrico porta con sé una grande invidia, superbia e megalomania, perché ha
l’idea si essere al di sopra della società – e proprio per questa ragione rende mediocre l’ambiente in cui vive.

 

- Rimango sdegnata dal fatto che mia figlia non si dedichi allo sport e adesso le è venuto un forte mal di testa.
- Perché pensa che si è presa questo mal di testa?
- Non ho idea.
- Non è perché lei fa pressione su sua figlia, affinché diventi una grande atleta, ma lei non vuole esserlo?
- Non ci avevo pensato.


Notate che generalmente i genitori infantili orientano i figli per servirli, togliendo loro la libertà di essere o di poter essere – nel caso di questa cliente, sia lei che il marito non hanno raggiunto nessuna gloria nella vita e ora obbligano i discendenti a realizzare ciò che loro stessi non sono riusciti a realizzare.

 

 

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Giornale Scientifico Trilogico

n° 54


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